- - - - - - - - Liu He Tang Lang Quan - - - - - - - -

Nel mondo delle arti marziali cinesi esistono diversi stili che si inspirano ai movimenti degli animali, uno fra i più famosi è il Tang Lang Quan  (boxe della mantide Lang). La leggenda narra che tale stile di lotta venne creato da Wang Lang un esperto di arti marziali che non non riusciva a vincere in combattimento a causa della sua piccola statura. Un giorno vide una mantide combattere contro una grande cicala. La mantide ebbe la meglio uccidendo la cicala. Wang catturò delle mantidi e cominciò a studiarne i movimenti elaborando il suo particolare stile che chiamò Tang Lang Quan.  Questo stile si basa su forza, durezza, destrezza e velocità. Il praticante quando viene attaccato, è in grado di sferrare una raffica di colpi in rapida successione e allo stesso tempo dimostrare una grande abilità nell’afferrare la presa. Nella pratica del Tang Lang Quan si sviluppa una grande acutezza visiva, il gioco di mani, il lavoro dei piedi, i movimenti del corpo ed insieme la velocità, l’agilità, la stabilità e la scelta delle tecniche più efficaci.

Liu He (le sei armonie) di cui tre sono esterne e tre sono interne rappresentano i principi che ne  governano l’agire: le tre armonie esterne sono; mano e piede, gomito e ginocchio, spalla ed anca. Le tre armonie interne sono; spirito (shen) e pensiero (yi), pensiero e Qi (soffio), Qi e forza (jin o jing) .Vengono intese anche come sei armonie le sei direzioni nello spazio ( avanti, indietro, sinistra, destra, salire e scendere ) e la loro continua mutazione nella concatenazione delle tecniche nel combattere. In questo stile rispetto ad altri tipi di Tang Lang i movimenti sono più rotondi e contenuti valorizzando la velocità e la continuità oltre che la potenza. Il maestro Liu Jing Ru dice: il Tang Lang Quan è troppo veloce per pensare, esiste solo il tempo per l’azione. Fatto salvo i principi di base del Tang Lang, il Liu He si distingue dal Qi Xing (sette stelle) e dal Mei Hua (fiore di pruno) per i movimenti più veloci, per le tecniche legate assieme in un continuo fluire, per le posizioni del corpo più raccolte, più attente all’efficacia in combattimento. Risulta quindi elegante nei taolu efficace in combattimento. L’azione risulta simile ad un fiume in piena, che non si arresta fino a quando non termina il proprio corso, ovvero la sconfitta dell’avversario. Questo stile è anche conosciuto con il nome di Ma Hou Tang lang Quan ovvero “pugilato della mantide della scimmia e del cavallo”. Questo è riferito ad alcune posture principali del sistema che sono:
Ma bu “posizione del cavallo” nella quale si allenano forza, stabilità, resistenza e dalla quale scaturiscono tecniche come ad esempio: Shi Zi Kan (spaccare con il carattere dieci), Tang lang Feng Shou (sigillo della mantide) Tang lang Kan Pi (colpo della mantide che spazza).
Shi liu bu “posizione 4 e 6” dalla quale scaturiscono passi veloci avanzando ed arretrando simili al passo rapido e furtivo della scimmia. Il fondatore Wang Lang, poi Wei San, Lin Shi Chun, Ding Zi Cheng, Dan Xiang Ling ed infine il M° Liu Jing Ru costituiscono il lignaggio del Liu He Tang Lang Quan. L’insegnamento tradizionale spiega che: “un secondo è brevissimo ma si deve essere tanto veloci da farlo sembrare lunghissimo, veloci come il fulmine e precisi come se si dovesse infilare la cruna in un ago”. Il corpo deve muoversi come un tutt’uno: piede, anche, vita, spalla, gomito, mano, quando si sferra un colpo devono giungere nello stesso momento.

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(consegna degli attestati per il Liu He Tang Lang Quan. Pierluigi Calogero, Michele Bellato e Marras Andrea)

Nel 2005 ebbi l’opportunità di imparare con il gran Maestro Liu Jing Ru nel primo stage che venne a fare in Italia assieme ai maestri Kong Cheng e Tang Tung Wing presso la scuola di Lucca del Maestro Loriano Belluomini. In quell’occasione imparai il Taolu Shuang Feng ( doppio sigillo ), successivamente nella primavera 2010 assieme al Maestro Fabio Sandonà mi recai ancora a Lucca per seguire un altro stage condotto dall’allievo del M° Liu, il M° Kong Cheng, dove imparai il Taolu Tie Ci (aculei di ferro). In quell’occasione il M° Kong Cheng ci disse che sarebbe tornato a Venezia per un ulteriore stage nella scuola “San Giorgio Wushu” di Chirignago del Maestro Michele Bellato allievo diretto del gran Maestro Liu Jing Ru. Fu così che mi misi in contatto con il M° Michele Bellato. Successivamente al primo stage il M° Bellato mi accettò come suo allievo permettendomi di seguire i successivi stage del M° Kong Cheng. Fu così che imparai i taolu  Jie Shou Quan ( il pugno che intercetta la mano ) Xian Shou Ben ( mani falcianti dell’ immortale ) Zhao Mian Deng ( la lanterna che illumina il volto ) Cang Hua ( nascondere il fiore ) e Duan Chui  ( colpi corti ).
                                                                                       
                                                                                      Marras Andrea